Sui versanti bassi del territorio l’uso del suolo è prevalentemente agricolo con sistemi complessi a mosaico nei quali predomina l’olivo accanto a piccoli orti, viti, seminativi destinati a cereali da granella tra cui soprattutto grano e granturco, foraggere e pascoli, alternati a boschi di cerro e castagno da frutto.
Il grano (Triticum ssp.)
Nel passato venivano coltivate alcune varietà di grano duro (Saragolla) e tenero (Carusedda o Carosella, Risciola) che stavano scomparendo. Oggi i “grani antichi” sono state recuperati e sono stati rimessi in coltivazione per ottenere prodotti di pregio tradizionali, utilizzando mulini a pietra e lievito madre.
Il granturco o mais (Zea mays L.)
Nel passato, quando mancava la farina di grano, il pane veniva preparato con la farina di granturco (grannurinio). Si preparavano le panelline che poi si cuocevano nel forno a legna. Per verificarne la cottura si usava adagiarle su una foglia di cavolo e quando questa si bruciacchiava significava che il pane era cotto.
L’olivo (Olea europea L.)
L’olivicoltura da secoli interessa il territorio cilentano rappresentando una importante risorsa per la popolazione. Le varietà maggiormente rappresentate sono Rotondella e Salella oltre a Pisciottana, Ogliarola, Frantoio e Leccino. L’olio prodotto ha avuto il riconoscimento di Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.), è di colore giallo paglierino, dal gusto dolce con note appena percettibili di amaro e piccante. Ha un lieve sentore fruttato con note di mela e foglia verde.
La varietà Salella matura un pò prima delle altre e viene utilizzata per preparare le “olive ammaccate”. Si scelgono le olive più polpose ma ancora verdi, si ammaccano con una pietra e si denocciolano una per una. Poi si immergono in acqua per 4/-5 giorni, avendo cura di cambiare l’acqua ogni giorno. Trascorso il tempo si mettono in una salamoia preparata con acqua, sale, alloro, finocchietto selvatico per alcuni giorni. Infine si scolano bene e si conservano ben pressate in un barattolo con origano, aglio e olio.
In quest’area del Cilento vi sono molte tradizioni pasquali riguardanti l’olivo. La Domenica delle Palme i bambini portano in chiesa a benedire un ramo di olivo recuperato dalla potatura che si fa in questo periodo (la palma o frasca), ornato di uova di cioccolato, caramelle e biscotti. Una volta tornati a casa, il ramo di olivo benedetto, spogliato delle leccornie, va posto nel proprio campo o orto o giardino fino all’ottavo giorno dopo Pasqua per aspettare il passaggio dell’angelo che, vedendo il ramo di ulivo, benedice i campi e il raccolto.
Durante la settimana Santa è d’uso poggiare le foglie di olivo benedette sui dolci (pastiera) e rustici tradizionali (pizza chiena e tennera) prima di infornarli.
Gli scarti della potatura si possono utilizzare per tingere i tessuti ottenendo un bel giallo.
La vite (Vitis vinifera L.)
La vite è presente sui bordi dei campi o in piccoli appezzamenti. Tra i vitigni c’è l’Aglianicone, di origini molto antiche, portato in Italia con molta probabilità dai Greci. Era conosciuto da tempo come variante della più nota uva Aglianico, in realtà corrisponde più da vicino al Ciliegiolo ed è imparentato con il Montepulciano. Attualmente è oggetto di ricerca per ottenere un vino di qualità vinificandolo in purezza, tramite controllo delle rese e corrette pratiche di cantina.