Nome botanico: Primula palinuri Petagna
Il nome primula deriva dal latino primus per indicare la precocità di fioritura; il nome dell’epiteto palinuri rimanda alla descrizione che ne fece a Palinuro, nel 1787, il medico e botanico napoletano Vincenzo Petagna.
La primula di Palinuro è una piccola pianta costituita da una rosetta basale di foglie carnose, morbide con il margine dentato. Da essa parte lo stelo che arriva ad un’altezza di 15/20 cm. All’apice presenta l’infiorescenza formata da fiori giallo intenso con calice bianco. Il frutto è una capsula globosa, con numerosi semi. La primula fiorisce in inverno (febbraio/marzo).
Cresce fino a 200 metri s.l.m., nelle rocce sulla fascia costiera di Capo Palinuro e degli Infreschi (Marina di Camerota), oltre che in altre aree del Tirreno inferiore. In genere, è più diffusa nelle aree esposte a nord, nord-est. Le stazioni campane sono tutte incluse nel territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
È una pianta rarissima a rischio di estinzione, considerata un paleoendemismo (fossile vivente), cioè una specie endemica (specie caratteristica limitata a una specifica regione) relitta, risalente almeno al quaternario antico, circa due milioni e mezzo di anni fa e, probabilmente, è l’unica superstite di una famiglia di primule, originariamente diffuse sulle montagne dell’Italia meridionale. Oggi è l’unica primula che cresce in ambiente non montano.
È una specie protetta sia a livello regionale sia a livello comunitario. Nel 2006 è stata inserita nella Lista rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).
È il simbolo del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
È assolutamente vietato raccoglierla.