Storia
Caselle, di origini medievali, ha assunto la denominazione “in Pittari” solo dopo l’unità d’Italia, per consentirne la distinzione dagli altri omonimi centri abitati.
Diverse testimonianze archeologiche documentano la frequentazione del territorio di Caselle in età antica, soprattutto perchè l’area rappresentava un punto di passaggio obbligato, attraverso la valle del Bussento, verso il Calore e quindi verso la piana del Sele a nord e verso il Vallo di Diano ad est, attraverso il passo di Sanza. In particolare, in località Laurelli, è stato individuato un insediamento di età lucana, attivo tra V e III secolo a.C.
L’abitato di Caselle, sviluppatosi su un colle nei pressi del monte Pittari, sorse in età medioevale, forse ad opera di abitanti della zona costiera che fuggivano le incursioni saracene o in relazione alla presenza in zona di insediamenti monastici, documentati da due grotte dedicate all’Arcangelo Michele e da toponimi quale “Laurelle” o “Laurelli” che potrebbero rimandare alle “laure”, cioè i rifugi dei monaci, alle quali fa forse riferimento anche il toponimo Caselle.
A partire tra VIII e IX secolo, infatti, il monte San Michele ospitava un eremo per i monaci italo-greci con un relativo luogo di culto in grotta. Questo cenobio rupestre rientrava tra i possedimenti di quello più grande e ricco di Santa Maria di Rofrano.
Per la sua importante funzione di controllo della via di comunicazione tra l’interno e la costa, nel Medioevo il colle dove oggi sorge Caselle fu fortificato con l’erezione di una torre a pianta circolare i cui ruderi ancora sovrastano l’abitato, che si sviluppò attorno ad essa.
La prima menzione di Caselle è contenuta in una lettera del 1067 dell’arcivescovo di Salerno Alfano I, diretta al clero di Policastro, con la quale si annunciava l’elezione del nuovo vescovo e si delineavano i confini della diocesi elencandone i centri che ne facevano parte.
Nel 1137, anno in cui venne redatto il cosiddetto “Catalogo dei baroni”, Caselle è menzionato come un centro con un consistente numero di abitati, appartenente alla badia di rito greco di Santa Maria di Rofrano, su concessione dei Normanni. Nel secolo successivo era possedimento del feudatario Rogerio de Morra che ne fu poi privato per aver partecipato alla congiura di Capaccio contro Federico II. Il feudo gli venne poi restituito dagli Angioini nel 1266. Dal XIV secolo appartenne invece ai Sanseverino che persero i loro feudi dopo la Congiura dei Baroni del 1485 per poi riaverli nel 1496 e quindi mantenerli fino alla loro caduta nel 1552.
Colpito duramente dalla peste del 1656, Caselle fu feuso della famiglia De Stefano, che lo tenne fino al 1681, per passare poi a varie famiglie baronali, fino a diventare capoluogo di Comune nel 1806.
Archeologia
Insediamento e necropoli di età lucana (V-III secolo a.C.)
Le ricerche archeologiche condotte negli ultimi decenni hanno individuato, in località Laurelli, un insediamento che si sviluppò tra V e III secolo a.C. su un ampio pianoro che si affaccia sul torrente Sciarapotamo, affluente del Bussento. Gli scavi hanno finora riportato alla luce un tratto dell’abitato, con un asse stradale ed alcuni edifici, tra i quali si segnala un’unità abitativa di notevoli dimensioni, a pianta rettangolare, databile tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C., di cui sono stati riconosciuti diversi ambienti. Tra i materiali recuperati, tipici di un contesto domestico, come la ceramica da cucina e da mensa, pesi da telaio, etc., va evidenziata la presenza di un gruppo di monete, in argento e bronzo, riferibili ad importanti città della Magna Grecia, come ad esempio Taranto e Crotone.
In località Citera è stata localizzata la necropoli, caratterizzata da interessanti tombe a camera, generalmente attribuite alle aristocrazie locali, come dimostrano gli esempi del vicino centro di Roccagloriosa.