Storia
Il paese è sorto in epoca longobarda, tra l’VIII e IX secolo, in posizione strategica a controllo della viabilità della Valle del Calore e dell’accesso ai ricchi pascoli dei monti Alburni. Del tutto leggendaria è la notizia secondo la quale l’armata ribelle del gladiatore Spartaco abbia trovato rifugio nelle famose grotte ai piedi del paese; ancor meno attendibile è l’origine greco-romana del paese. La presenza umana è accertata nel Paleolitico medio-superiore, nel Neolitico e nell’età del bronzo. Di grande interesse sono invece le industrie del Paleolitico medio e superiore rinvenute nelle grotte. Successivamente la presenza umana è attestata nella grotta dell’Ausino per le fasi recenti del Neolitico (IV-III millennio a.C.) e fino alla fine dell’età del bronzo (XI secolo a.C.).
Il paese, chiamato Castelluccia fino al 1863, appartenne al feudo di Pandolfo di Fasanella (morto nel 1283), del quale condivise le travagliate vicende, subendo dapprima l’aspra ritorsione di Federico II di Svevia, in risposta alla congiura dei baroni del 1245-1246, e poi l’assedio di truppe aragonesi durante la Guerra del Vespro, quando fu costruita la torre angioina alla sommità dell’abitato.
Memorabile (e ancor oggi rievocato nelle scuole locali) fu l’assalto delle truppe della Repubblica Partenopea nel 1799, respinto dagli abitanti, rimasti ostinatamente fedeli alla corona borbonica, diversamente dalle altre popolazioni della valle.
Qui nacque Giovanni Albino, storico e diplomatico della corte aragonese di Napoli.
Archeologia
L’ingresso della grotta di Castelcivita è stato occupato nel Paleolitico medio e superiore durante i momenti culturali che, in base all’industria litica, sono definiti Musteriano (circa 42.000-39.000 anni fa), Uluzziano (circa 33.000 anni fa), Protoaurignaziano a Dufours e Protoaurignaziano a micropunte (32.000-31.000 anni). In questo arco temporale si documenta a Castelcivita il sopravvento dell’homo sapiens su quello di Neanderthal. I sedimenti antropici, scavati sistematicamente a partire dal 1975, documentano nove fasi climatiche con fluttuazioni cicliche nell’ambito di ogni millennio, alle quali corrispondono diverse coperture vegetali e diversi tipi di fauna selvatica.
Evidenze storico artistiche
La murazione medievale è quasi del tutto scomparsa insieme a torri e porte. Stando ai rari documenti, le opere di difesa dovrebbero datarsi in epoca normanna, con successivi ampliamenti di età angioina. La chiesa di S. Cono è dedicata al santo protettore di Castelcivita, interessante per la cripta oggi visibile nel suo aspetto settecentesco, ma che, probabilmente, in origine era una cappella dedicata a S. Vito, ai margini dell’insediamento fortificato normanno.
Nella Chiesa di San Nicola di Mira (XIV secolo) merita una visita il coro ligneo della fine del’500, opera attribuita a Geronimo Consulmagno. Il convento di S. Sofia, poi di S. Gertrude, è attualmente in ristrutturazione: la chiesa conserva una bella deposizione di Giovanni De Gregorio (‘il Pietrafesa’) del 1627.
La torre angioina sovrasta ancora i paese con i suoi 25 metri di altezza su una base di 15 m. di diametro; sulla base scanalata e ornata di archetti applicati, si sviluppano tre piani, occupati ora da un piccolo museo della civiltà contadina, al cui interno sono accolti anche alcuni manufatti del Paleolitico rinvenuti nella grotta. La piazza del municipio è ornata da una bella fontana coperta ad arco, con sedili, sovrastata da statue in terracotta, del 1861.