Storia
Moio, nome derivante molto probabilmente dal latino modius (italiano moggio), unità di misura terriera, ha assunto in tempi recenti, dopo l’unità d’Italia, la denominazione attuale, con la specifica “della Civitella”, in riferimento all’omonimo monte sulla cui vetta le ricerche archeologiche hanno messo in evidenza un insediamento antico fortificato.
Ubicato a 550 m slm, alle falde del Monte Civitella (818 m slm), in una posizione dominante e strategica rispetto alle vie di comunicazione, possiede un territorio ricco di corsi d’acqua e di sorgenti, con terrazzi pianeggianti adatti alla coltivazione.
I documenti medievali fanno riferimento al centro abitato dal 1052. La sua storia è legata ai principi di Sanseverino di Salerno (XII-XIII secolo) che ne furono proprietari fino al 1552. Da quel momento il feudo passa nelle mani di diverse famiglie, tra le quali i Pasca che l tennero fino all’abolizione della feudalità (1806).
Il piccolo centro era molto importante per il commercio di legname e di vino, nel quale erano attive alcune famiglie locali, come i Longo, che attraverso intermediari rifornivano addirittura la corte napoletana.
Facente parte dello Stato di Gioi, divenne comune nel 1811, ma la sede venne fissata a Pellare.
Archeologia
Sulla vetta del Monte Civitella (818 m slm), caratterizzato da lussureggianti castagneti è situato un insediamento antico che rappresenta una delle aree archeologiche più suggestive dell’intero Cilento. Il sito, del quale non si conosce il toponimo antico, fu frequentato probabilmente già alla fine del VI secolo a.C., come suggeriscono alcuni frammenti ceramici ritrovati presso la sommità della collina.
Fu tuttavia nel corso del IV secolo a.C. che l’insediamento di Moio della Civitella acquisì progressivamente maggiore importanza strategica, come testimonia la possente cinta fortificata che circonda la parte sommatale della collina.
Per la sua monumentalità la cinta muraria è senza dubbio il tratto più suggestivo del Parco archeologico: essa difende il sito su tre lati, mentre il restante – quello settentrionale – è naturalmente protetto dal declivio della collina. La fortificazione si caratterizza per l’utilizzo di blocchi in pietra locale ben lavorati, che conferiscono alla struttura un aspetto rigoroso e solido. Lungo il perimetro delle mura sono stati individuati due punti d’accesso, la Porta Ovest e la Porta Sud. Quest’ultima, in particolare, presenta una peculiare struttura architettonica, caratterizzata da un corridoio che conduceva ad un vano rettangolare, dove si trovava la porta vera e propria, posta ad una quota leggermente più alta: questo espediente consentiva di proteggere in maniera più efficace il varco da incursioni nemiche. La porta, inoltre, doveva essere coperta da una struttura a pseudo-arco. L’insediamento presenta una struttura a terrazzi, uno dei quali doveva ospitare l’acropoli, dove sono state rinvenute diverse strutture di incerta funzione (forse civica o religiosa), realizzate secondo differenti tecniche costruttive. Ulteriori strutture sono state individuate sugli altri terrazzi, probabilmente aventi funzione abitativa.
Il sito di Moio della Civitella sorgeva in una posizione assai vantaggiosa per il controllo delle vallate circostanti, ad una distanza di circa 20 km dalla città di Elea/Velia; la sua vocazione difensiva e la sua posizione hanno indotto ad interpretare l’insediamento come un avamposto fortificato nel territorio, in qualche modo legato all’antica città focea.
L’area archeologica di Moio della Civitella è accessibile anche attraverso un percorso alternativo destinato agli amanti del trekking, un sentiero agevole della lunghezza di poco meno di 1 km, che consente di apprezzare il patrimonio naturalistico incontaminato della collina della Civitella.