Storia
Sito, situato in un pianoro alle pendici orientali dei Monti Alburni, il centro e il suo casale di Massa trovano le più antiche attestazioni nel corso del secolo XI: la loro storia è indissolubilmente legata al Monastero di Sant’Onofrio e all’Abazia di Montevergine. Il feudo, interessato da molteplici conflitti con i centri circostanti e funestato dalla peste del 1656, ha subito nel corso dei secoli numerosi cambi di proprietà, finché nel corso del XVIII secolo non entrò tra i possedimenti della famiglia dei Cassetta di Vietri sul Mare, che vi ebbero nel 1806 il titolo di marchesi. Dal 1811 fino all’unità d’Italia ha fatto parte del circondario di Postiglione, appartenente al Distretto di Campagna. Nell’abitato si segnala il palazzo tardo settecentesco appartenuto alla famiglia Monaci, attualmente sede del Municipio.
Evidenze storico-artistiche
La Chiesa principale del centro è quella di San Nicola di Bari che, di origine trecentesca, fu oggetto di diversi restauri e ampliamenti, documentati principalmente nel corso del XVI secolo e nuovamente durante il XVIII secolo. Nella facciata si trova un portale in pietra datato 1510, attribuito a Francesco di Sicignano, i cui stipiti presentano un ordito narrativo volto a simboleggiare il ciclo della vita e della morte, mentre la statua di San Nicola sovrastante è stata realizzata nel 1856 da un artista di Buccino. Notevole all’interno è il pulpito di forma pentagonale, opera lignea di Cesare Consulmagno datata 1595, che mostra nelle specchiature della balaustra i Santi Onofrio, Nicola e Gerolamo, Francesco e Donato da Ripacandida: allo stesso artista si deve la realizzazione del coro ligneo retrostante l’altare maggiore, in cui sono raffigurati nei tergali degli stalli Cristo Risorto tra gli Apostoli Pietro e Paolo con una sequenza di dodici Santi. Si segnalano inoltre due tele, poste sugli altari laterali, firmate da Nicola Peccheneda raffiguranti rispettivamente una Madonna del Rosario con i quindici Misteri e il Sangue del Redentore: dello stesso pittore è la raffigurazione dell’abside, datata 1790, che ritrae la Vergine col Bambino e San Biagio. Il monumentale organo a canne, posto nella controfacciata, risale anch’esso al XVIII secolo.
Su uno sperone roccioso a strapiombo alle propaggini dell’abitato, sul versante orientale degli Alburni, si trovava il Monastero di Sant’Onofrio, attualmente ridotto a rudere. Testimoniato per la prima volta in un memoratorium del 1018, fu oggetto di diverse donazioni nel corso del XII secolo, prima di essere trasformato in priorato dell’Abbazia di Montevergine di parrocchia con funzioni per gli abitanti del casale di Massa. Una tradizione settecentesca vuole che San Donato di Ripacandida, vissuto nell’eremo, abbia allontanato un orso, scoperto a rubare miele nell’orto: egli è l’attuale protettore della cittadina.
Posto in cima agli Alburni è stato impiantato, in un vecchio ricovero di pastori e mandriani detto Casone dell’Aresta, un Osservatorio Astronomico che, inaugurato nel 2001 e gestito dall’associazione Astrofili degli Alburni, si propone di spiegare al grande pubblico l’astronomia nelle serate di osservazione: è dotato, sotto una cupola dal diametro di 5 m, di un riflettore con specchio in vetro ceramico Astrositali di 850 mm di diametro.