Storia
Sito, posto all’ingresso del Vallo di Diano nell’estremità settentrionale, dove le due catene montuose degli Alburni e della Maddalena si congiungono, il centro è attraversato nelle sue vicende storiche dall’azione del clero regolare e di diverse comunità religiose. Possedimento degli Altavilla fino al 1245, quindi dei Fasanella e dei Sumeroso, entrò nell’ultimo decennio del XIII nelle proprietà dei Sanseverino, che ne tennero il governo fino alla metà del XVI secolo: passò dunque ai Villano, sotto cui il paese nel 1590 salì alla dignità di marchesato, quindi nel 1668 ai Capecelatro, proprietari fino all’abolizione dei privilegi feudali. La cittadina, attiva durante i cruenti moti del 1799 e duramente colpita dal terremoto del 1857, è stata capoluogo dell’omonimo circondario appartenente al Distretto di Sala dal 1811.
Il territorio di Polla nell’antichità apparteneva a Volcei (attuale Buccino) e, oggi come allora, era punto obbligato di passaggio per chi entrava e usciva dal Vallo di Diano. Poco fuori del centro storico, presso il borgo di S. Pietro, è ubicato l’antico Forum Popili o Forum Anni, un luogo pubblico di mercato e amministrazione giudiziaria posto lungo l’antica strada Popilia o Annia, e a noi noto da fonti letterarie (Sallustio), cartografiche (Tabula Peutingeriana) e itinerarie (Guidone, Anonimo Ravennate). Il Forum è citato anche nel più illustre monumento epigrafico del Vallo, l’Elogio di Polla, un’iscrizione celebrativa in cui un magistrato, del quale si è perduto il nome, afferma di aver costruito la strada da Reggio e Capua, enumera le distanze in miglia romane dal Foro alle principali località di Campania e Bruzio, e ricorda altri meriti conseguiti mentre era pretore in Sicilia, oltre che una sua assegnazione di terreni agricoli pubblici. Sul nome del magistrato e la data dell’iscrizione si discute dal XVII secolo, ancora con molta vivacità, senza trovare un accordo. La lastra è stata murata sul prospetto della Taverna del Marchese, lungo la vecchia strada per le Calabrie fino a quando, nel 1934, è stata collocata su una base mo umentale più consona alla sua dignità, all’esterno della locanda, all’ombra di una quercia. Grazie a recenti ricerche archeologiche nel Borgo S. Pietro si inizia a intravvedere la consistenza costruttiva del Foro.
Altro illustre monumento antico di Polla è il mausoleo del quattuorviro Gaio Uziano Rufo, sepoltura monumentale costruita da Insteia Polla, moglie del magistrato per 52 anni. Il funerale pubblico fu pagato dai decurioni di Volcei che aggiunsero anche una statua equestre del defunto, nella prima metà del I secolo d.C. L’imponente struttura nel corso dei secoli è stata quasi del tutto spogliata del suo rivestimento e delle decorazioni architettoniche. Quanto ne resta ci permette però di ricostruirne la forma: su un cubo di base di 13 metri spiccava un alzato cilindrico, coronato da merli decorati da festoni e bucrani. Alla sommità del cilindro potrebbe esserci stata una cuspide piramidale o una calotta; sul prospetto principale era l’iscrizione monumentale su sette righe, racchiusa in eleganti fregi vegetali. La camera sepolcrale all’interno del cilindro è oggi crollata, mentre il vano voltato nel cubo di base aveva solo funzione sostruttiva. I blocchi di rivestimento con decorazioni e il testo epigrafico sono stati rimontati su una struttura metallica provvisoria che non sembra giovare al decoro e alla bellezza del paesaggio.
Il monumento non sembra più oggetto di cure e anche l’accesso presenta limitazioni.
Sepolture ed epigrafi di età romana si trovano sparse su tutto il territorio comunale: tra tutte si segnala un termine agrario del 131 a.C. relativo al recupero delle terre pubbliche promosso dai Gracchi nel Vallo di Diano (oggi poco leggibile).