Evidenze storico-artistiche
L’abitato di Roccagloriosa, sovrastato dai resti del castello, è caratterizzato da un articolato impianto urbano. Nel centro storico è ubicata la chiesa di S. Giovanni Battista, fondata nel 1101 dal principe Ruggero e poi donata all’Ordine dei Cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme. Come si apprende dall’iscrizione sul portale, la chiesa fu ricostruita nel 1520 e poi, come attesta un’altra iscrizione, nel 1763. La chiesa conserva numerose statue lignee di scuola napoletana del XVII e XVIII secolo.
La chiesa della Confraternita del Rosario fu costruita come ringraziamento dagli scampati all’attacco dei pirati del 1552, nel luogo della chiesa di S. Maria dei Greci, così detta perché di rito greco. Conserva al suo interno un ciclo di affreschi della fine del XVI secolo, un crocifisso ligneo del XVII secolo e una Madonna del Rosario, dipinto della scuola Francesco Solimena, della seconda metà del XVIII secolo.
La chiesa di San Mercurio custodisce un interessante crocefisso ligneo della prima metà del XVI secolo, modellato su quello famosissimo di Lucca, che rappresenta il Cristo glorioso.
La Cappella del SS. Sacramento, detta di S. Angelo, fu fatta costruire da Marino Crasso, medico personale di Carlo V, conserva affreschi del XVII secolo con scene della Natività, del sacrificio di Isacco e di San Francesco e Santa Caterina.
Notevoli sono anche alcuni palazzi gentilizi, come Palazzo Balbi e Palazzo De Curtis, con interessanti portali in pietra; Palazzo Lombardi, con affreschi del XV secolo. Palazzo La Quercia, dimora di Andrea Carafa, signore di Policastro e di Roccagloriosa, fu fatto costruire nel 1475 da Guglielmo Sanseverino per ospitare le monache cistercensi che si dovevano trasferire dal monastero di S. Mercurio, ubicato fuori le mura, in un luogo più sicuro entro le mura. Dal 1650 divenne residenza dei feudatari. Conserva importanti affreschi del XV-XVI secolo.
Musei
Antiquarium
L’Antiquarium è articolato in due sedi espositive: una (“Museo Antonella Fiammenghi”, in nome dell’archeologa prematuramente scomparsa) si trova nella chiesa di Santa Maria ad Martyres (via Borgo S. Antonio), l’altra (“Antiquarium Sabato Balbi”) è ospitata in un piccolo edificio nella parte alta del paese (Piazza del Popolo).
I materiali esposti nella sezione allestita nella chiesa sconsacrata di S. Maria ad Martyres si riferiscono all’abitato, alle aree sacre ed alle necropoli. Tra i materiali dall’abitato, vanno segnalati soprattutto quelli provenienti da un ambiente, pertinente al grande complesso edilizio, con funzioni sacre: al suo interno, infatti, oltre a vasi miniaturistici in ceramica, sono state rinvenute numerose statuette in terracotta di divinità in trono.
Di particolare rilievo sono due lamine bronzee recanti testi scritti in alfabeto greco e in lingua osca (quella parlata dai Lucani) databili al IV secolo a.C. La prima è una tabella defixionis, recante cioè un testo relativo ad una maledizione; la seconda, che costituisce il più lungo testo in osco finora noto, contiene quasi sicuramente un atto istituzionale.
I ricchi corredi delle tombe ben evidenziano una società in cui emergono gruppi aristocratici. Esemplificativo è il caso della tomba 9, databile alla prima metà del IV secolo a.C. Si tratta di una sepoltura femminile a fossa, con copertura di tegole, entro un recinto quadrangolare. Il ricco corredo comprendeva una serie di oggetti di ornamento in oro (collana, bracciale, anelli, spille), uno specchio in bronzo e numerosissimi vasi in ceramica a figure rosse ed a vernice nera.
La sezione ubicata in Piazza del Popolo è dedicata a due sepolture eccezionali della necropoli di località La Scala: le tombe nr. 19 e 24, databili nel corso del IV secolo a.C., che presentano corredi straordinari per qualità e quantità degli oggetti. In particolare si segnalano vasi a figure rosse di eccezionali dimensioni e di notevolissimo pregio che, insieme agli altri materiali, testimoniano la ricchezza raggiunta dai gruppi di aristocratici lucani insediatisi a Roccagloriosa.